Le Grotte del Cavallone

Per Orari, Tariffe e Informazioni sulle visite: http://www.grottedelcavallone.it

Le Grotte del Cavallone sono poste a quota 1475 metri s.l.m. sono annoverate tra le grotte di interesse turistico più alte d'Europa. Il percorso si snoda nelle viscere della montagna per oltre un chilometro attraverso ambienti di straordinaria bellezza in grado di suscitare forti emozioni. E' possibile ammirare un grande numero di stalattiti e stalagmiti ed intuire la potenza delle acque che ha prodotto la cavità. Le visite si effettuano con una guida, in gruppi ed hanno la durata di circa un’ora. La temperatura al suo interno è di 10° C ed è costante durante tutto l’anno, l’umidità raggiunge in alcuni punti il 90%.

Notizie Utili

Le Grotte del Cavallone si trovano nei Comuni di Lama dei Peligni e Taranta Peligna a quota 1475 s.l.m. e possono essere raggiunte attraverso un sentiero o in alternativa con una funivia che da quota 758 metri s.l.m raggiunge 1388 metri s.l.m. La stazione di partenza della funivia è situata al Km. 27 della S.P. 84.

In autostrada:

  • A14 uscendo al casello Val di Sangro proseguendo per Casoli, Lama dei Peligni;
  • A25 uscendo al casello di Sulmona e proseguendo per Roccaraso, Palena, Lama dei Peligni

Importante: L’altitudine e le particolari condizioni climatiche e ambientali richiedono un abbigliamento da montagna comodo e adeguato. Alle persone che non sono in perfette condizioni fisiche si consiglia di informarsi prima della visita.

Notizie Storiche

Le grotte del Cavallone sono note sin dal XVII secolo come testimoniato da alcune incisioni presenti sul “sasso dei nomi antichi”. La prima esplorazione documentata risale al 1704, ma bisognerà attendere il 1893 per l’avvio dei lavori finalizzati alla valorizzazione turistica della grotta. In quegli anni furono realizzate un’ardita rampa di accesso scavata nella roccia, scale in legno all’interno (ancora visibili) e organizzato un servizio guide. Le grotte si raggiungevano a piedi o con i muli e la discesa a volte veniva effettuata con le tregge (grandi slitte utilizzate per il trasporto della legna). Tra gli illustri visitatori si ricorda il pittore Francesco Paolo Michetti, che ispirandosi alla sala d’ingresso realizzò la scenografia del secondo atto della tragedia dannunziana “La figlia di Iorio”; da allora la Grotta del Cavallone fu chiamata anche Grotta della Figlia di Iorio; le sue sale ed alcune concrezioni portano ancora oggi i nomi dei personaggi della famosa tragedia. Durante l’ultima guerra mondiale fu utilizzata come rifugio dalle popolazioni locali.